Category Archives: Economia

La crisi europea: analisi di un panico indotto

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Nel sistema capitalista il tasso di interesse sul debito di uno Stato dovrebbe rappresentare il suo tasso di rischio insolvenza e quindi dovrebbe essere un fedele “specchio” dell’economia di quel paese. Come vedremo, tra maggio 2011 e agosto 2012, lo spread tra i nostri titoli e quelli tedeschi ha raggiunto picchi non giustificabili dallo stato della nostra economia. Si diceva che da li a breve il debito greco avrebbe “contagiato” i debiti dei Pigs per poi colpire le banche ricche di titoli di Stato ed infine avrebbe fatto fallire l’intero progetto Europeo e quindi anche la sua moneta, l’Euro. Tutte queste previsioni si sono rivelate false. In questo articolo cercheremo di provare lo scollegamento tra le basi economiche e lo “spread” italiano ed in seguito cercheremo le vere cause di quella che tutti i media del mondo hanno definito la “crisi europea”. Continue reading


Aspettiamoci qualcosa di grosso

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L’economia mondiale si avvicina sempre più al muro della strada senza uscita imboccata seguendo le folli indicazioni neoliberiste. Tutte le strategie che sono state provate fino ad oggi per risolvere la crisi, dalle mega iniezioni di liquidità all’austerity, si sono rivelate fallimentari (vedi qui). Per buona pace degli utopisti liberali il mercato ancora una volta non si è autoregolato e l’economia mondiale non è ripartita, questo semplicemente perché il capitalismo è la crisi, stateci. Continue reading


Il vostro mondo che crolla

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In questo articolo cercheremo, partendo da una definizione “particolare” di neoliberismo, di ricostruire le strategie che i vari stati hanno contrapposto alla crisi del 2008 per poi provare a capire quali conseguenze queste strategie avranno sulle varie economie e sul sistema capitalista nel suo complesso. Continue reading


La guerra per l’egemonia

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Il capitalismo è un sistema instabile che ciclicamente entra in crisi.
I suoi schemi, vincolanti per qualsiasi attore interno, gli conferiscono un andamento ciclico fatto di espansione, contrazione economica, crisi e guerra tra le maggiori potenze economico-militari.
La struttura interstatale di questo sistema prevede uno “scambio ineguale” basato su una divisione del lavoro fra paesi centrali, caratterizzati da produzioni a massimo valore aggiunto (ricerca, alta tecologia, speculazione), e periferici, cioè stati economicamente meno evoluti dove si provvede alle produzioni agricole ed industriali a basso costo di manodopera.
Questa struttura è in perenne mutamento e va riorganizzata ogni volta che il capitalismo entra nella fase finale di una sua crisi sistemica di accumulazione.

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CRISI, EGEMONIA E LOTTA DI CLASSE

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Centocinquanta anni fa uno spettro si aggirava per l’Europa, era lo spettro del Comunismo. I potenti di tutto il mondo tremavano all’idea che i proletari di tutti i paesi potessero prendere coscienza della loro condizione di sfruttati, unirsi ed organizzarsi per sovvertire questo stato di cose. Oggi di questa coscienza e organizzazione “proletaria” non rimane che un lontano ricordo. Il potere, invece, ha imparato da noi e si è dotato proprio di questi indispensabili strumenti. Più “noi” ci disunivamo, più ci scordavamo, più la nostra controparte si rafforzava. Il collettivismo burocratico russo, spacciato per socialismo reale, ha poi inflitto il colpo di grazia al complesso delle teorie Rivoluzionarie. Durante la caccia alle streghe sono finiti bruciati anche strumenti di analisi tuttora validi come le classi, l’imperialismo e lo studio dei vincoli sistemici, finendo per favorire la visione di sistema di un solo mondo possibile. Questo caos teorico si palesa nelle varie interpretazioni sulla crisi ed il neoliberismo: le analisi più superficiali tendono a dare le responsabilità alla poca morale di qualche cattivo banchiere o alla corruzione delle classi politiche nazionali, altre vedono nella finanziarizzazione dell’economia e nel potere transnazionale della finanza la creazione di un Impero che, scollegato dagli stati nazionali e muovendo le leve sistemiche principali, li sovradetermina e dirige, usando anche le crisi come armi di sottomissione. Queste analisi minimizzano o cancellano le tendenze che vincolano il sistema e che ingabbiano gli attori nel gioco capitalista. Noi proveremo a ricollocare la crisi nel suo contesto storico e sistemico, focalizzando l’attenzione sulla struttura dei cicli, la funzione degli stati e il rapporto tra le classi nel capitalismo moderno. Infine tenteremo di avviare un dibattito su come ricreare la coscienza e l’organizzazione della classe degli sfruttati con il fine di rivoluzionare il mondo, arrestando cosi l’avanzata della barbarie a cui ci sta portando il capitalismo, creandone uno più giusto, democratico e libero. Potenti tremate, gli spettri son tornati! Continue reading