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A che servirebbe il reddito se avessimo tutt* un lavoro?

Nascosta tra le pagine di “Nascita della biopolitica”, trascrizione del corso di Michel Foucault al Collège de France nel 1978-79 sulla storia del pensiero liberale, si trova forse la miglior analisi sulla proposta di un sussidio monetario per chi non raggiunge una soglia minima di reddito. Il suo studio sull’imposta negativa, a dibattito nei primi anni 70 tra i teorici neo-liberali, offre, infatti, vari spunti di riflessione critici ancora del tutto validi anche per i suoi discendenti attuali come il reddito minimo garantito ed il reddito di cittadinanza.

Siamo alla fine dell’età dell’oro del XX secolo, i magnifici 45-70, in cui il modello produttivo dominante era stato il keynesismo. Gli stati avevano guidato le economie nazionali sostenendo le proprie domande interne e cercando di perseguire il pieno impiego. Continue reading


PERCHE’ IL SOCIALISMO? – Albert Einstein

 

Traduzione di Enrico Voccia (pdf)

È opportuno che una persona non esperta in questioni economiche e sociali esprima opinioni in merito al socialismo? Credo di sì, per svariate ragioni. Consideriamo la questione dal punto di vista del sapere scientifico. Sembrerebbe non esserci fondamentali differenze di metodo tra l’astronomia e l’economia: in entrambe gli scienziati lavorano per scoprire leggi generalmente accettabili per un circoscritto insieme di fenomeni, allo scopo di mostrare l’interconnessione di questi fenomeni il più chiaramente che sia possibile. Ma in realtà le differenze metodologiche esistono. Nel campo economico la scoperta di leggi generali è resa difficile dal fatto che spesso i fenomeni economici osservati sono interessati da numerosi fattori che sono difficili da valutare separatamente. Inoltre, l’esperienza che si è accumulata dall’inizio del cosiddetto periodo civilizzato della storia dell’umanità è stata, come è ben noto, ampiamente influenzata e limitata da fattori che in natura sono molto lontani dall’essere esclusivamente economici. Per portare un esempio, la gran parte dei maggiori stati della storia devono la loro esistenza a politiche di conquista. Il popolo conquistatore si impose, legalmente ed economicamente, come classe privilegiata del paese conquistato. Continue reading


L’ORGANIZZAZIONE, QUESTA PAROLA MAGICA E MISTERIOSA – S.R.Lascano

Estratto da “2010: de la crisis de dominio a la organización independiente” di  Sergio Rodriguez Lascano (direttore di Rebeldia). Testo tradotto da Resistenza Antisistema

Nel numero precedente della rivista abbiamo pubblicato una serie di interviste realizzate da Radio Insurgente a compagn@ zapatisti basi di appoggio. I compagni hanno fatto tre domande: come vivevano prima? come vivenano dopo che e’ arrivata l’organizzazione? e come vivono ora?  La costante nelle risposte dei compagn@ si trova nell’importanza dell’organizzazione. Ciò che ha consentito l’insurrezione, ciò che ha permesso il recupero dei terreni, facendo ripartire le produzioni con un’altra visione produttiva ed ecologica, ciò che ha permesso la formazione di comuni ribelli e poi autonomi, ciò che ha consentito l’emergere di Aguascalientes e poi dei Caracoles, ciò che ha permesso la formazione delle Giunte del Buon Governo, ciò che ha permesso l’autonomia che ora si gode, ciò che ha consentito la costruzione di nuove relazioni sociali, ciò che l’ha permesso…e’ l’organizzazione. Ma non un’organizzazione qualsiasi, una in particolare che aveva chiari, dal mio punto di vista, i seguenti punti: Continue reading


ALTA EDUCAZIONE SOTTO ATTACCO – I.Wallerstein

Traduzione di Resistenza Antisistema rivista ed approvata da Immanuel Wallerstein (testo originale)

Per molto tempo ci furono solo poche università al mondo. Il corpo studentesco in queste istituzioni era veramente ristretto. Questo piccolo gruppo di studenti apparteneva interamente alle classi più elevate. Aver fatto l’università conferiva grande prestigio e risultava in grandi privilegi.

Questo quadro iniziò a cambiare radicalmente dopo il 1945. Il numero di università iniziò ad aumentare considerevolmente, e nel corso degli anni la percentuale di persone con un grado di istruzione universitaria iniziò ad aumentare. Inoltre, non fu meramente una questione di espansione in quei paesi che già avevano università degne di nota. Le università proliferarono in un largo numero di paesi che fino al 1945 non avevano o avevano una scarsa presenza di università. L’alta formazione divenne mondiale. Continue reading


CRISI, EGEMONIA E LOTTA DI CLASSE

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Centocinquanta anni fa uno spettro si aggirava per l’Europa, era lo spettro del Comunismo. I potenti di tutto il mondo tremavano all’idea che i proletari di tutti i paesi potessero prendere coscienza della loro condizione di sfruttati, unirsi ed organizzarsi per sovvertire questo stato di cose. Oggi di questa coscienza e organizzazione “proletaria” non rimane che un lontano ricordo. Il potere, invece, ha imparato da noi e si è dotato proprio di questi indispensabili strumenti. Più “noi” ci disunivamo, più ci scordavamo, più la nostra controparte si rafforzava. Il collettivismo burocratico russo, spacciato per socialismo reale, ha poi inflitto il colpo di grazia al complesso delle teorie Rivoluzionarie. Durante la caccia alle streghe sono finiti bruciati anche strumenti di analisi tuttora validi come le classi, l’imperialismo e lo studio dei vincoli sistemici, finendo per favorire la visione di sistema di un solo mondo possibile. Questo caos teorico si palesa nelle varie interpretazioni sulla crisi ed il neoliberismo: le analisi più superficiali tendono a dare le responsabilità alla poca morale di qualche cattivo banchiere o alla corruzione delle classi politiche nazionali, altre vedono nella finanziarizzazione dell’economia e nel potere transnazionale della finanza la creazione di un Impero che, scollegato dagli stati nazionali e muovendo le leve sistemiche principali, li sovradetermina e dirige, usando anche le crisi come armi di sottomissione. Queste analisi minimizzano o cancellano le tendenze che vincolano il sistema e che ingabbiano gli attori nel gioco capitalista. Noi proveremo a ricollocare la crisi nel suo contesto storico e sistemico, focalizzando l’attenzione sulla struttura dei cicli, la funzione degli stati e il rapporto tra le classi nel capitalismo moderno. Infine tenteremo di avviare un dibattito su come ricreare la coscienza e l’organizzazione della classe degli sfruttati con il fine di rivoluzionare il mondo, arrestando cosi l’avanzata della barbarie a cui ci sta portando il capitalismo, creandone uno più giusto, democratico e libero. Potenti tremate, gli spettri son tornati! Continue reading